Come riconoscere un parquet naturale?

“Quasi impossibile!” 

Riconoscere un buon parquet naturale è molto difficile. Fenolo e formaldeide, che sono prodotti provati nocivi per l’uomo e innescanti forme tumorali non si riconoscono, sono subdoli, bisogna analizzare il prodotto. La prima cosa può essere la puzza. Alcuni parquet hanno odori non gradevoli a noi umani. Il consiglio è sentire l’odore, il profumo del legno, del parquet. 

Un’altra cosa da vedere per non imbattersi in un legno di importazione o di dubbia lavorazione può essere il fatto che non vi è un’attenzione nelle lavorazioni a mano – in inglese hand made, hand craft, in francese usinage a la main: a volte vengono eseguite delle piallature che sono chiaramente eseguite da utensili elettrici che hanno come unica caratteristica la non planarità del legno. Questa non attenzione ai particolari denuncia un parquet industriale eseguito all’estero. 

Le finiture superficiali ideali per un parquet sono quelle che l’occhio, con la sua sensibilità e attenzione individua essere state eseguite in modo non perfetto dalla mano dell’operatore, dal lavoro saggio e professionale. La differenza tra una spazzolatura e una finitura a pietra consiste nel vedere irregolare ma gradevole la finitura a pietra, di forma regolare e di aspetto uniformato e standard la spazzolatura. Un parquet unico e personalizzato, personalizzabile e con una unicità è quindi finito a mano in pietra è difficilmente reperibile sul mercato: pretendete dal venditore spiegazioni, garanzie e sentite il prodotto. Non state acquistando un pezzo di ferro, ma una parte viva, di natura. Esigete un pregiato parquet in legno!

Le finiture a cera sono ottime, come pure ad olio, l’importante è che sia certificato. Il grado di impermeabilizzazione è ottimo nel caso di finiture a cera ed olio. Utile ed indispensabile quindi se usate il parquet in cucina, bagni o ambienti umidi.

Il concetto è: si deve scegliere il parquet in base al mobile, all’ambiente, all’arredamento che si ha. 

La cosa importante è rivolgersi a chi può personalizzare il pavimento in legno, a chi non ha un prodotto prefinito, che quindi lo si compra “a scatola chiusa” ma a chi invece ha una grande esperienza nel legno, a chi parte una pletora di soluzioni ma che sono personalizzabili e che da quelle 200 soluzioni ne può ricavare altre ancora che meglio si addicono al cliente e a quale prodotto cerca.

Se io consumatore, per esempio, volessi un pavimento in legno chiaro per continuare il chiaro che ho messo alle pareti, dovrei rivolgermi a qualcuno che è in grado di darmi non solo il bianco (difficile da mantenere) perché come una camicia bianca la devo cambiare molto più sovente anche un pavimento chiaro, lo devo mantenere con manutenzioni soventi, ma rivolgermi a qualcuno che è in grado quel bianco di propormelo in varie sfumature, fino ad arrivare al grigio cenere. Cosa che solo un produttore diretto può dare. Non certamente un parquet prefinito.

Se uso vecchio legno o un legno essiccato in un certo modo, può avere una durezza pari a quella di una pietra o di una piastrella in gres, in porcellana o in argilla cotta. A tal proposito possiamo citare il palazzo Righini a Fossano, l’hotel Bellevue, le camere dell’hotel Principe a Cuneo. Tutti esempi di parquet in uso da centinaia di anni, e ancora tutt’oggi di un eleganza unica, di una ricchezza maestosa.

In conclusione, è difficile riconoscere un parquet naturale e di buon livello. E’ più semplice affidarsi ad un esperto, ad un consulente che ci aiuti e di cui ci si possa fidare.